Santa Chiara: la seconda luce francescana

SANTA CHIARA d’ASSISI




830 anni fa nacque la “seconda luce” francescana

 

 


Era un’Italia immemore dei fasti dell’epoca romana ed era un’Italia ancora lontana dalla consapevolezza unitaria. Furono però anni segnati da grande afflato religioso e dalla nascita di grandi personaggi destinati a lasciare il segno nella storia. Il destino di Chiara Scifi andò proprio in tale direzione.

Il 16 luglio 1194 Chiara nacque ad Assisi, figlia di Ortolana e Favarone di Offreduccio. In tenera età fuggì con la famiglia a Perugia per sfuggire alla guerra civile che vide contrapposti ad Assisi i nobili e la nascente borghesia.  Tornata adolescente ad Assisi, crebbe in una famiglia agiata e di classe sociale elevata, Chiara a 12 anni incontrò San Francesco e decise di seguirne gli insegnamenti, scegliendo a sua volta la semplicità e la povertà. Costretta dalla famiglia a dover accettare una proposta di matrimonio da parte di un mercante favorito dal padre, la ragazza scelse di sfuggire alle imposizioni e a 18 anni, il 28 marzo del 1211, domenica delle Palme,  fuggì dalla casa paterna per raggiungere la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, oggi meglio conosciuta con il nome della Porziuncola, e incontrare Francesco d’Assisi e i primi frati minori. 


 

I frati le fecero indossare un saio da penitente, le tagliarono i capelli e poi la ricoverarono in due successivi monasteri benedettini, a Bastia e a Sant’Angelo. In un secondo momento Chiara scelse di dimorare  nel piccolo fabbricato annesso alla chiesa di San Damiano, che era stata restaurata da Francesco. Qui Chiara venne  raggiunta dalle  sorelle Agnese e Beatrice, cui presto si aggiunsero una cinquantina tra ragazze e donne. Affascinata dalla predicazione e dall’esempio di Francesco, la ragazza decise di dare vita a una famiglia di claustrali radicalmente povere, come singole e come monastero, viventi del loro lavoro e di qualche aiuto dei frati minori, immerse nella preghiera per sé e per gli altri, al servizio di tutti, preoccupate per tutti. Chiamate popolarmente “Damianite” e da Francesco “Povere Dame”, saranno poi per sempre note come “Clarisse”.

Ottenuta da San Francesco una prima regola fondata sulla povertà. Chiara trovò nell’amico ispirazione fino alla morte dello stesso (nel 1226), ergendosi contemporaneamente a protagonista evangelica dell’epoca. Accettò con grande fatica l’incarico di abbadessa e la sua iniziativa fece da apripista alle tante donne che scelsero di consacrarsi nella vita di chiesa.  Ottenuta una nuova regola dal cardinale Ugolino, vescovo di Ostia e protettore dei Minori, le suore attenuarono   la povertà, ma Chiara non accettò sconti. Ugolino, diventato papa Gregorio IX (1227-41) le concesse pertanto il “privilegio della povertà”, poi confermato da Innocenzo IV con una solenne bolla del 1253, presentata a Chiara pochi giorni prima della morte. 


 

Chiara si distinse per il culto verso l'Eucarestia. Per due volte Assisi venne minacciata dall'esercito dell'imperatore Federico II che contava, tra i suoi soldati, anche i saraceni. Seppur gravemente malata, la abbadessa chiese di essere portata alle mura della città con in mano la pisside contenente il Santissimo Sacramento: i suoi biografi raccontano che l'esercito, a quella vista, si dette alla fuga.

Chiara condivise con San Francesco l’amore per la natura e per la bellezza del Creato. L’11 agosto 1253 lasciò la vita terrena morendo nella sua città, ventisette anni dopo San Francesco. 


 

Due anni dopo venne proclamata Santa ad Anagni, da Papa Alessandro IV. Torquato Tasso dedicò dei bellissimi versi a Santa Chiara.

Invocata per guarire dalle malattie agli occhi, è protettrice di oculisti, ottici, lavandaie, stiratrici, vetrai, ricamatrici. Santa Chiara per i francescani rappresenta la “seconda luce” (la prima luce è San Francesco e la terza è Santa Margherita da Cortona). Papa Pio XII, la proclamò  santa patrona della televisione e delle telecomunicazioni il 17 febbraio 1958.

 

 

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