Esla Schiaparelli: Una vita rosa shocking

 

Una vita rosa shocking


 

di Generoso D’Agnese

 

Preferiva firmarsi con il soprannome “Schiap”, amava parlare di sé usando la terza persona e fu amata da artisti famosi quali Salvador Dalì, Alberto Giacometti e Leonor Fini. Se la vita  vissuta da Elsa Schiapparelli - citando un attributo caro a Gabriele d’Annunzio - fu davvero   immaginifica,  gran parte del merito va a lei stessa, capace di trasformare ogni giorno  le influenze surrealiste   in una creazione unica. E di entrare nella storia del costume con un colore: quel rosa shocking che da sempre fa rima con Elsa.


 

Nata a Roma il 10 settembre 1890, Elsa Luisa Maria Schiaparelli era figlia di Celestino Schiapparelli (di origini piemontesi e primo bibliotecario dell’Accademia dei Lincei) e di Giuseppa Maria de Dominicis, di origini napoletane. Suo   zio era il famoso astronomo Giovanni Schiaparelli mentre un suo cugino era l'egittologo e senatore Ernesto Schiaparelli. Una famiglia posseduta dal demone della curiosità, quella degli Schiapparelli, tanto da indurre la piccola Elsa a provare a saltare  dalla finestra con un ombrello come paracadute.    

Iscrittasi  agli studi di filosofia e sognando di diventare poetessa, nel 1911, pubblicò la raccolta di poesie Arethusa, provocando lo scandalo in famiglia tanto da indurre i familiari a spedirla in un convento di suore svizzere. Elsa si ribellò sia a tale scelta sia a quella di accettare un matrimonio imposto con un nobiluomo russo e per farlo fuggì a Londra per lavorare come assistente ai bambini orfani.  Nella capitale inglese conobbe  il Conte de Kerlor, aristocratico polacco, donnaiolo (e povero) dedito allo spiritismo e alla chiromanzia: si sposarono in meno di un anno, imbarcandosi nel 1916 verso New York.


Il matrimonio si rivelò però  fallimentare. Alla nascita della figlia Maria Luisa (detta Gogo)  il marito si invaghì  infatti dell’attrice Isadora Duncan e abbandonò la famiglia. Elsa rimase sola con la figlia, ammalatasi di poliomielite e iniziò una collaborazione con antiquari commerciando   oggetti d'arte. Negli anni newyorchesi conobbe e cominciò a frequentare artisti come il fotografo Man Ray e Marcel Duchamp. Nel 1922 ripartì alla volta dell’Europa trovando ospitalità nella casa dell’amica Gaby Picabia che la presentò anche a molti artisti e la spronò a esprimere la sua vena creativa.

A Parigi   divenne allieva di Poiret, che le fece creare dei modelli che poi iniziò a vendere  a piccole case di moda, Dopo aver fatto per breve tempo la stilista per la Maison Lambal, nel 1927 diede vita a una suo atelier   nel suo appartamento in rue de Seine, realizzando pullover neri decorati con disegni bianchi trompe-l'œil; . Un vero successo che attirò  l'interesse dei magazzini Strauss, negli Stati Uniti e che trasformò il maglione, considerato fino ad allora solo un indumento pratico per la campagna.  

Nel 1928 trasferì l'attività in rue de la Paix  dando inizio a una cavalcata commerciale inarrestabile che coniugava l'alta moda e i capi sportivi. Il successo non venne meno neanche durante la crisi mondiale del 1929 tanto da portare il numero dei dipendenti a ottocento unità. Nel 1934 Schiapparelli sbarcò di nuovo a New York ma questa volta come stilista di successo e finì sulla copertina della rivista Time, prima donna a ricevere tale riconoscimento. Tra i suoi clienti figuravano nomi come  Wallis Simpson, Marlene Dietrich, Katharine Hepburn, Greta Garbo, Lauren Bacall, Gala Dalí, Nusch Eluard, Vivien Leigh, Ginger Rogers, Juliette Gréco e Mae West. 


Elsa lavorò anche come costumista per il teatro e per il cinema; il suo lavoro più notevole in questo campo è il costume di Mae West nel film del 1937 Every Day's a Holiday. Ideatrice   del colore rosa shocking, nel 1937 lo lanciò nel cinema    insieme al profumo omonimo.

A luglio del 1940, dopo l'occupazione tedesca di Parigi, Elsa lasciò la città per andare negli Stati Uniti, dove tenne delle conferenze sul tema "L'abito femminile", che ebbero un successo tale da farle ottenere il premio Neiman Marcus Fashion Award, mai conferito prima a uno stilista europeo. Le fu proposto il ruolo di direttrice del dipartimento di moda (Fashion design) del Museum of Modern Art (MoMA) di New York, ma lo rifiutò per tornare a Parigi a gennaio del 1941, portando con sé migliaia di confezioni di vitamine per aiutare gli abitanti della città occupata. Fu poi costretta dopo poco tempo a trasferirsi di nuovo a New York fino alla fine della guerra; per militare anche nella Croce Rossa Internazionale.   Durante la sua lunga vita professionale, Elsa divenne una star di Hollywood,  lavorando come costumista per il cinema e legando il suo nome – tra gli altri - ai film:  A Gentleman of Paris, Topaze, Aventure à Paris, Pigmalione, Le tre mogli di papà , Perfidia e Moulin Rouge.


Il dopoguerra si rivelò più avaro di successi per la stilista romana.  Dior e Cristóbal Balenciaga diventarono gli stilisti più innovativi negli anni '50. Elsa  Schiaparelli dichiarò la bancarotta, e chiuse le attività il 13 dicembre 1954. Nello stesso anno pubblicò il libro autobiografico Shocking Life e si ritirò quindi nel palazzo di Hammamet, in Tunisia. Per quasi venti anni visse nell’oblio morendo nel 1973 a 84 anni. Lasciò la figlia Gogo e due nipoti, le attrici Marisa e Berinthia Berenson.     

 

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