Salvatore Ferragamo UN MAGO PER I PIEDI DI HOLLYWOOD
Salvatore Ferragamo
UN MAGO PER I PIEDI DI HOLLYWOOD
UN MAGO PER I PIEDI DI HOLLYWOOD
Quando morì, nel 1960, tutti temevano che
il suo immenso patrimonio artistico e imprenditoriale si sarebbe disperso tra
beghe familiari e rivendicazioni economiche. E invece no. Il marchio fondato da
Salbatore Ferragamo è sopravvissuto al suo capostipite e ha attinto nuova linfa
dall’energia della moglie Wanda e dai suoi sei figli. Oggi il marchio Ferragamo
rappresentaa uno dei più longevi del ristretto panorama delle elite della moda,
consegnando alla storia una intuizione e una tenacia fuori dal comune.
Nato nel 1898 a Bonito, piccolo
paese situato in provincia di Avellino, Salvatore era l’undicesimo di una
numerosa famiglia formata da quattordici figli. I primi anni del Novecento, per
un nucleo così numeroso e residente in un angolo d’Italia lontano dalle
opportunità economiche, poteva significare solo una scelta. Quella di emigrare
e di lasciare spazio a chi rimaneva.
Dalle sue mani
iniziarono ad uscire stivali da cowboy, sandali romani ed egizi; prodotti che
conquistarono gli attori anche al di là della loro funzione specifica iniziando
a ordinarle per la loro vita reale. Le grandi dive dell'epoca scoprono le
calzature italiane di Ferragamo e non se ne distaccano più.
Alla ricerca
della perfezione, Salvatore Ferragamo studiò ogni possibile dettaglio per
arrivare a creare "scarpe che
calzano sempre bene" e per migliorare la sua tecnica si iscrisse ai corsi
di Anatomia umana dell'Università di Los Angeles, acquisendo nozioni essenziali
per le sue future manifatture. Anche il corso in Ingegneria Chimica e in
Matematica aiutarono l’intrapendente Ferragamo ad ampliare le proprie
conoscenze nel trattamento e nella lavorazione delle pelli e di altri
materiali, per poi essere messe al servizio delle proprie idee.
Seguendo l’onda delle migrazioni degli
studios, nel 1923 Ferragamo trasferì la sua attività nell’area di Hollywood
lasciando dietro di sé gli scettici fratelli e iniziando una collaborazione con
i più celebri produttori dell'epoca. Il listino clienti di Ferragamo iniziò fregiarsi dei nomi celebri
della cinematografia americana: Rodolfo Valentino, Gloria Swanson, Joan
Crawford diventarono i suoi ambasciatori ideali e contribuirono a trasformare
il suo nome in un vero e proprio marchio di garanzia. L'artigiano di Bonito
operò tra l'altro la sua personale rivoluzione nel design, aprendo e scollando
le calzature da donna, fino ad allora rigidamente chiuse ed allacciate al collo
del piede, e creando i prmi modelli di sandali. Per tale scelta Ferragamo
raccolse successi inaspettati ed eclatanti tanto da trovarsi in difficoltà nel
soddisfare tutte le ordinazioni. Le scarpe Ferragamo erano robuste e comode,
rispettavano straordinariamente gli equilibri anatomici del corpo pur non essendo ortopediche, evidenziandosi
invece per la loro raffinata eleganza. E' il successo per il calzolaio partito
giovanissimo dalla terra campana alla conquista degli States!
L’immensa mole
degli ordini non potevano tuttavia essere esaudite dalla sua azienda in tempi
rapidi, soprattutto in un mondo come quello cinematografico che reclamava
quantitativi sempre più alti di scarpe Ferragamo. L'italiano cercò calzolai
capaci in tutta America ma non trovò artigiani all'altezza delle sue richieste:
dovendo scegliere tra industrializzazione e ridimensionamento della propria
produzione artigianale, Ferragamo scese così la terza opzione, quella del
ritorno in Italia. Soltanto dopo vari mesi di tentativi infruttuosi (nel Sud,
nel Nord e in altre regioni del Centro) il calzolaio trovò a Firenze gli
artigiani adatti alla propria produzione e nella città di Dante Alighieri
avviò, in via Mannelli, avviò la sua prima bottega con sessanta operai. L’ormai
scaltro imprenditore italo-americano adottò una vera e propria catena di
montaggio umana, non volendo in alcun modo piegarsi alla legge
dell'industrializzazione, e nel giro di pochi mesi ritornò sulle sponde americane
con la sua prima campionatura. Ma nel 1927 l'azienda Ferragamo si trovò
improvvisamente le porte sbarrate dell'esportazione negli USA e con
l’incapacità gestionale da parte del
proprio amministratore delegato. Ferragamo fu costretto a dichiarare fallimento
ma non si perse d'animo. L’irpino ripartì dal mercato italiano e acquisì una
nuova clientela che nel 1936 lo riportò
agli apici degli affari. Saranno pieni di successo ma dal sapore effimero, in
uno scenario mondiale segnato dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale.
Durante tale periodo Ferragamo
sopravvisse dando fondo a tutta la sua inventiva. E' di quegli anni una
delle sue creazioni più popolari, le famose zeppe di sughero, scarpe solide e
leggere, brevettate nel 1936 e subito copiate da tutti gli stilisti. Acquistato
con grandi sacrifici Palazzo Spini Feroni a Firenze, Ferragamo vi creò la sede
della sua azienda ma il suo nome ormai viaggiava in tutto il mondo. Nel1940, in
piena guerra riuscì trovò anche il tempo di sposarsi con Wanda Miletti, figlia
del medico condotto di Bonito.
Terminata la guerra il marchio
Ferragamo spiccò il suo ultimo balzo verso il mito. Riconquistò alla grande
Hollywood con una infinita serie di prodotti eleganti e frivoli, bizzarri ed
esclusivi. Il desiderio di vita, di stravaganza, di allegria, dopo tanta
distruzione e morte portarono Salvatore a creare scarpe con i tacchi a spillo
altissimi rinforzati in metallo e un sandalo invisibile con la tomaia in filo
di nylon, creazioni memorabili che gli valsero l'Oscar della Moda, il “Neiman
Marcus Award”, assegnato nel 1947 per la prima volta ad un calzolaio. La sua
clientela vantava ormai nomi altisonanti. Personaggi come Greta Garbo, Anna
Magnani, i Duchi di Windsor, Audrey Hepburn arrivavano a Firenze, consegnando
la forma del loro piede e commissionando le loro scarpe. Ferragamo decise di avviare una prima
meccanizzazione della sua produzione, tenendo però sempre sotto strettissimo
controllo la produzione e lasciando alla mano umana tutta la parte della
rifinitura. Un messaggio chiaro al mondo dell'industria, un messaggio raccolto
con coraggio e determinazione dalla moglie e dalla prima figlia Fiamma, che
subentrarono al grande artigiano dopo la sua morte, avvenuta nel 1960.
Dopo la morte,Fiamma, mantenne la capacità di dare al marchio quella continuità storica
essenziale per proiettarlo al di là del suo capostipite, arrivando anche lei a
conquistare nel 1967 il Neiman Marcus Fashion Award, a riconoscimento delle
grandissime doti stilistiche. Un riconoscimento che negli Stati Uniti gli venne attribuito con il Saks Fifth Avenue
Award nel 1969, con un altro Neiman Award nel 1975, con il titolo di Designer
dell'anno nel 1988 e con il Fashion Footwear Association of New York Medal of
Honor nel 1993.
Oggi
la Ferragamo si presenta come un'azienda leader del settore e d è presente su
tutti i mercati del mondo, con prodotti che vanno dalla calzatura ai profumi,
agli occhiali, nel nome di una globalizzazione che ben poco conserva
dell'iniziale spirito artigianale di Salvatore ma che soddisferebbe sicuramente
il piccolo artigiano di Bonito, un conquistatore del sogno americano.
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