Haydée Dabusti LA VOCE AMICA DEL PAPA



Haydée Dabusti
 LA VOCE AMICA DEL PAPA

di Generoso D’Agnese

«I colloqui con il Santo Padre rimarranno per sempre momenti indimenticabili. Ancora ora mi emoziona ricordare le tante occasioni in cui siamo stati fianco a fianco per venti anni. Lui era cardinale a Buenos Aires e spesso annunciava i miei concerti nella Cattedrale di Buenos Aires e da quando è diventato papa sono già sette volte che lo incontro nell’udienza generale. Ora i momenti di incontro si sono ridotti a poche frasi ma papa Francesco mi chiede sempre cosa sono venuta a cantare a Roma, da grande appassionato di musica».
Gli occhi di Haydée Dabusti si illuminano di emozione quando parla di Papa Francesco, con cui ha stretto amicizia quando il suo nome era ancora Jorge Bergoglio. Un’amicizia nata sulla passione per la musica lirica e continuata attraverso le tante iniziative che hanno visto protagonisti entrambi, ognuno nel proprio ruolo. E che si mantiene viva attraverso i brevi momenti di incontro nelle udienze generali, ogni qualvolta Haydée arriva a Roma.
 
«Quest’anno festeggio i miei 18 anni di carriera da soprano e onestamente mi sembra siano scivolati via con grande velocità. In questi 18 anni il Santo Padre mi ha ascoltato molte volte perché spesso venivo chiamata a cantare nella Cattedrale di Buenos Aires. Sapere che oggi il cardinale Bergoglio, figlio dell’emigrazione italiana in Argentina, è papa mi commuove come il giorno in cui è salito al soglio pontificio e sono orgogliosa di condividere con lui anche le origini italiane».
Haydee Dabusti è la nipote di una famiglia italiana arrivata in Sudamerica nel 1940 . Come tante altra famiglie, anche i Da busti arrivarono per cercare un po’ di fortuna per il loro futuro. Con un nonno paterno lombaro, una nonna paterna campana, un nonno materno siciliano  e una nonna materna calabrese, Haydee incarna tutte le anime dei vari territori italiani interessati all’emigrazione. E in ricordo dei nonni, la soprano argentina mantiene vive le tradizioni Made in Italy
«Oltre a quella argentina ho anche la cittadinanza italiana e la città di Partinico, da cui partì mio nonno materno, mi ha onorata della cittadinanza onoraria. Nelle mie vene scorre sangue italiano anche se amo profondamente l’Argentina».
 
Haydée Dabusti come ogni artista che si rispetti, viaggia tantissimo. E in Italia arriva almeno due volte l’anno. Gli impegni professionali non le permettono molto tempo libero ma questo non le impedisce di tenere vivi i legami con i parenti sparsi nei vari angoli d’Italia.
«Io non ho figli  ma trovo molto bello che  molte famiglie conservino le tradizioni centenarie, sia in Italia che in Argentina. Inoltre a Partinico ho trovato una nuova famiglia. Sono la madrina di cresima di Emmanuel Caronna e questo legame mi avvicina ancora di più alla terra di mio nonno».
            Haydée iniziò la sua avventura lirica nel Coro del Teatro Colon e dopo aver conseguito il diploma alla Dante Alighieri e al Conservatorio , si è laureata nell’Istituto superiore d’arte  e si è specializzata con la maestra Teresa Serantes, proseguendo ulteriormente i suoi studi con i maestri Reinaldo Censabella, Dante Ranieri, Catalina Hadis, Cesar Tello e Susana Cardonnet. 

Con la sua voce ha calcato i maggiori palcoscenici dell’Argentina  e del Sudamerica (dalla Colombia al Brasile), dell’Italia e dell’Europa. Haydee ha collaborato con i maggiori direttori d’orchestra ed è stata premiata come migliore cantante lirica argentina nel 2007 e nel 2011, e dall’Ambasciata italiana in Argentina, la soprano ha  cantato nella Cappella dei Cori e con il Coro Pontis Mariae di San Pietro. Una carriera straordinaria  interrotta però da 16 anni di inattività .Sposatasi giovanissima, Haydée  a soli 23 anni è rimasta infatti vedova e per 16 anni ha interrotto la sua carriera. 
 
«Dopo aver perso il mio primo marito, non avevo più voglia di cantare. Pensavo di aver sepolto la mia passione insieme a lui ma dopo 5 anni ho conosciuto il mio secondo marito e lui mi ha convinto a cantare di nuovo. Ci ho messo però 11 anni per convincermi e oggi sono felice per aver ascoltato il suo consiglio. Cantare mi rende molto felice, per me è come restituire a Dio il dono che lui ha fatto a me (regalandomi la voce che ho)  e offrirlo alla gente attraverso  gli spettacoli e. Mi  piace poter insegnare ai ragazzi e preparare futuri artisti affinché non si disperda la ricchezza culturale della prestigiosa scuola di canto italiano».


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