70 anniversario Vespa
CHI VESPA MANGIA LE MELE*
70 anni del mitico scooter inventato
dall'ingegnere Corradino D'Ascanio
dall'ingegnere Corradino D'Ascanio
di Generoso D'Agnese
E pensare che doveva essere solo una parentesi di
fantasia rispetto al lavoro impegnato sui progetti degli elicotteri.
Neppure Corradino D'Ascanio, papà della Vespa avrebbe immaginato il
successo della sua creatura, nata il 23 aprile negli stabilimenti di
Pontedera per conto dell'azienda Piaggio, l'unica che aveva creduto
nell'ingegnere abruzzese permettendogli di coltivare, accanto ai
sogni del volo, anche un progetto economico più stabile.
Oggi quel primo motociclo dalla forma strana, ma ovviamente legata al
volo, ha compiuto 70 anni e non ha la minima intenzione di andare in
magazzino. E forse rimane l'unico mezzo meccanico che continua
imperterrito a proporsi senza paura di dismissione. Laddove si sono
arrese la 500 Fiat, il Maggiolone Volkswagen, la Citroen 2 CV e la
Renault 4, la Vespa continua a solcare le strade, affiancata dalla
cugina operaia Ape addetta ai trasporti e ai lavori pesanti sui
terreni più impervi.
Corradino D'Ascanio era nato
a Popoli (Pescara) nel 1891 e si interessò ancora adolescente alla
nascente scienza aeronautica. Affascinato da questo mondo
pionieristico, nel 1906 costruì in proprio un aliante, cercando di
mettere in pratica le sue osservazioni sul volo degli uccelli. Siamo
proprio all'esordio dell'aviazione. Sono passati appena tre anni dal
primo volo dei fratelli Wright e il giovane D'Ascanio seguirà con
grande interesse tutto questo fervore progettuale terminando i suoi
studi universitari con la laurea in ingegneria industriale presso il
Politecnico di Torino. Spedito al fronte durante la prima guerra
mondiale l'ingegnere non si smentì e creò la prima installazione
di apparecchio radio trasmittente e ricevente su un velivolo
italiano. Suo anche il primo collaudo dell'autopilota inventato da
L.B. Sperry, su un un aereo italiano, un SP Pomilio.
Terminata la guerra D'Ascanio
si dediccherà completamente alla progettazione del suo primo aereo,
e l'occasione gli viene offerta dalle officine Pomilio di Torino, per
le quali progetterà un aereo veloce. L'ingegnere emigrò con
l'azienda negli Stati Uniti e presso la Allison Experimental Works
di Indianapolis progettò ben tre tipi diversi di aeroplani: un
bombardiere leggero, un aereo ricognitore ed un caccia militare.
Quando la Pomilio cessò la propria attività in America trascinò
nel baratro i numerosi tecnici che l'avevano seguita nell'avventura,
e tra essi vi fu anche D'Ascanio. Dopo aver tentato un'avventura
imprenditoriale con l'amico Veniero D'Annunzio (figlio del poeta
Gabriele), D'Ascanio tornò in Italia intenzionato a dare vita al
suo sogno: l'elicottero. L'abruzzese vinse la sua sfida e nel 1928
creò il primo elicottero italiano in assoluto e il primo velivolo
destinato a infrangere, nel 1930, tutti i primati di altezza,
distanza e durata di volo. Intuitene le grandi potenzialità il
senatore Giovanni Agnelli decide tra l'altro di buttarsi nell'affare
senza ottenere però successo per l'esosa richiesta di un socio
dell'ingegnere, tale Trojani. Sarà una decisione sbagliata, che
toglierà all'Italia il primato tecnologico di questo nuovo mezzo
aeronautico e che relegherà quello splendido prototipo in uno
sperduto Hangar di Roma, destinato ad ammuffire nel totale oblio
della gente.
D'Ascanio non abbandonò mai i
suoi sogni e produsse, tra il 1932 e il 1939 , importantissimi
brevetti nel campo aviatorio ed elettronico. Nel 1943 D'Ascanio
ultimò un nuovo prototipo, il P.D.2, per conto della Piaggio, che
non vide però mai la luce. Un bombardamento su Pontedera distrusse
infatti gran parte dell'industria, costringendo i suoi dirigenti a
trasferirla a Biella e lasciando in Toscana, a causa dell'armistizio,
un isolato D'Ascanio.
Il successo non ritornerà mai
più per gli elicotteri targati Italia. Rimane però la Piaggio e la
fiducia dell'azienda nel talento dell'ingegnere abruzzese. Enrico
Piaggio guardò con curiosità il progetto di un nuovo motociclo. Per
il suono del motore e le forme della carrozzeria lo paragonò a una
vespa e con questo nome lo commercializzò. Il primo scooter regalò
finalmente al fama al suo inventore, senza fermarne la vena creativa.
La vespa invece divenne leggendaria e ancora oggi mantiene quasi
inalterata quella forma che l'ha resa celebre.
L'uomo D'Ascanio terminerà la
sua lunghissima vita nel 1981 ma il mito D'Ascanio è ben lungi dalla
fine. Le sue Vespe e le sue Api hanno motorizzato milioni di persone
( e continuano a farlo), trasportando uomini nelle strade polverose
di Bombay o trasportando merci sugli altipiani delle Ande; i suoi
scooter hanno recitato in films importanti (...indimenticabile la
scena in Vacanze Romane, con Audrey Hepburn!) o hanno rappresentato
il primo esempio di commercio ambulante (in Sicilia l'Ape rappresenta
ancora oggi un vero culto). Vespa e Ape viaggiano ancora,
trasportando nel mondo il Made in Italy.
* famosa pubblicità della Vespa negli anni 60
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