Giuseppe Cataldo, l'amico di Capo Giuseppe

L’AMICO DI CAPO GIUSEPPE

 

di Generoso D’Agnese

 

Covo di gente senza scrupoli, minatori e cercatori d'oro inselvatichiti da una vita aspra e gretta, pronti a tutto per soddisfare la loro sete di ricchezza. Così si presentò Virginia City nel 1877 al padre gesuita, Giuseppe Cataldo, partito dalla Sicilia. Il missionario era nato   a Terrasini (Palermo) nel 1837, e aveva vissuto  i primi anni della sua vita a Castellammare del Golfo  studiando presso il Collegio dei Gesuiti di Palermo. La conquista della Sicilia da parte di Giuseppe Garibaldi , nel 1860, lo costrinse ad abbandonare l'isola, come tutti i gesuiti raggiunti dall'ordine di espulsione dal regno delle Due Sicilie. Passato prima a Lovanio (in Belgio) per completare gli studi, il  palermitano raggiunse Boston nel 1862 per trasferirsi a Santa Clara (altra roccaforte cattolica fondata da italiani) nel 1863. Dalla California si spostò verso la foce del fiume Columbia e da lì entrò a Walla Walla, patria della tribù dei Nasi Forati, guidata dal celebre Capo Giuseppe. Nulla faceva pensare che avrebbe trascorso in compagnia dei nativi ben 63 anni della sua lunga vita. Idaho, Washington, Montana, Alaska furono toccate, dal 1865 al 1928,  nella  evangelizzazione americana di Cataldo. Il gesuita era versato nelle lingue e arrivò a conoscerne 20, tra quelle europee e quelle indiane. Dal 1877 al 1893 fu superiore generale delle missioni del Nordovest, trasformando la sua costituzione malaticcia in un fisico dalla forza straordinaria. Fondatore nel 1885 di una scuola anche tra i Blackfeet, veniva descritto polemicamente come una "soldierly figure" dai pastori protestanti, ebbe con questi numerosi scontri, così come con i funzionari del governo della zona. Cataldo rimproverava ai protestanti la scarsa tolleranza della cultura indiana e un approccio troppo gretto alla loro storia millenaria, ma pur attraverso una feroce polemica con il generale O.O. Howard (l'inseguitore di Capo Giuseppe) riuscì a porsi come uno degli intermediari (l'altro era Giorda) nella guerra dei Nez Percé (mentre altri gesuiti mantenevano in pace le altre tribù della zona).



"Cataldo  è amico mio, è un brav’uomo, tutto il mio popolo gli vuol bene, ed io vorrei moltissimo rivederlo ancora una volta".

Capo Giuseppe della Nazione Nez Percé (Nasi forati)

Queste le parole che uscirono dalla bocca di Capo Giuseppe, figura leggendaria della storia americana, raccolte da un altro gesuita destinato a rimanere negli annali americani, Paolo Ponziglione. "Kaoushin" (gamba rotta: così  chiamavano gli indiani Giuseppe Cataldo) fondò nel 1881 la Gonzaga University di Spokane, una prestigiosa istituzione  nel mondo culturale americano che oggi conta oltre cento immobili e almeno 8000 studenti annui. Tra gli studenti la Spokane vanta anche nomi altisonanti come Bing Crosby , il presidente della Camera Tom Foley e la governatrice dello Stato di Washington Christine Gregoire.

Indiani Blackfeet (Piedi neri)

Giuseppe Cataldo visse fino a 91 anni e lasciò le sue orme anche nella lontana e desolata Alaska, tra le tribù Inuit.  La memoria del gesuita ancora oggi viene celebrata con un pellegrinaggio annuale alla Missione del Sacro Cuore nella Cataldo Mission in Idaho, che puntualmente termina con una festa corale insieme ai rappresentanti della tribù  Coeur d'Alene.


Cataldo morì nel 1928 a Pendleton (Oregon) nella Riserva indiana degli Umatilla e fu sepolto  a Spokane.  

 

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