Antonella Santuccione: Una scienziata “forte e gentile” nella lotta contro la demenza senile
Una scienziata “forte e gentile” nella lotta contro la demenza senile
di Generoso D’Agnese
La rivista elvetica Woman in Business l’ha eletta “Donna dell’anno del 2019”, indicandola come il faro della Fondazione Women’s Brain Project impegnata nelle ricerche sulla vulnerabilità del cervello e le malattie mentali, è stata insignita del World Sustainability Award 2020 per il lavoro pionieristico con il Women’s Brain Project sulla medicina di precisione sensibile al sesso e al genere e la regione Abruzzo l’ha ringraziata ufficialmente per aver ispirato la realizzazione di un ospedale specifico per la pandemia. Lei, Antonella Santuccione Chadha però preferisce essere conosciuta per la sua tenacia nel lavoro e per l’attaccamento alle sue radici, che non manca mai di “innaffiare” nel suo vissuto quotidiano.
«In Abruzzo ho passato un’infanzia stupenda, con i nonni contadini – spiega la neuroscienziata incontrata in estate al suo rientro in Abruzzo – e anche per questo mio vissuto, porto la mia regione in casa. In cucina cedo spesso le redini a mio marito (originario dell’India) ma quasi tutti gli ingredienti vengono dalla produzione di famiglia. Mi sto impegnando con tutte le mie forze affinché i ragazzi possano leggere perfettamente l’italiano e avere un legame forte con le loro origini che pescano in Italia ma anche nella stupenda cultura indiana».
Originaria di Cepagatti (Pescara), sposata e mamma di due figli, Antonella Santuccione è stata la prima studentessa della facoltà di medicina dell’Università d’Annunzio a partire per l’Erasmus, destinazione Bruxelles. E fu tra i 600 (su 11mila domande) scelti per uno stage alla commissione europea nell’ambito Health & Consumer Protection. Oggi lavora come manager neuroscienziato per un’industria di biotecnologie in Svizzera e vive a Thalwil, tranquilla cittadina adagiata sul Lago di Zurigo.
«La mia prima domanda di lavoro la inviai al laboratorio del prof. Adriano Aguzzzi di Zurigo, ma venni chiamata dal Centro di Neurobiologia molecolare dell’Università di Eppendorf, ad Amburgo. Un’esperienza professionale bellissima a contatto con un gruppo di scienziati di diverse nazionalità. Rientrata brevemente in Italia per continuare gli studi, venni indirizzata alla professoressa Silvia Marino dell’Università di Zurigo e infine è arrivato il passo finale verso l’ospedale psichiatrico di Zurigo. E’ stata una scelta fortemente inseguita perché la Svizzera punta molto sul merito ed è geograficamente vicina alla mia terra natale».
Antonella Santuccione Chadha ha fatto dello studio dell’Alzheimer la sua personale battaglia scientifica ma studiando i pazienti ha potuto constatare quanto sia importante il legame con il territorio.
«Due terzi delle persone affette da Alzheimer sono donne. La menopausa, con il cambiamento ormanale, influenza sicuramente molto il cervello perché il calo degli estrogeni incidono probabilmente nella neurodegenerazione. Molto però dipende anche dalla cultura, perché spesso la donna (mi riferisco alla attuale generazione anziana) ad oggi studia di meno pertanto i fattori principali per prevenire la demenza senile sono l’educazione, l’attivismo sociale, il controllo di altre patologie legate all’anzianità quali il diabete, ipertensione, obesità). Ciò che è certo è che più si studia, meno probabilità si ha di avere l’Alzheimer. Il trend attuale (formato da una generazione in cui le donne hanno studiato meno degli uomini) probabilmente cambierà. Bisogna tener conto che il problema dello studio sta anche nella continuità temporale. Le donne, lavorando meno degli uomini, hanno meno corsi di formazione e avranno una formazione continua inferiore rispetto ai maschi».
Il fiore all’occhiello dell’impegno professionale di Antonella Santuccione Chadha è la Women’s Brain Project, un’associazione no profit fondata insieme alla neuro-immunologa Maria Teresa Ferretti e alla psicologa Annemarie Schumacher Dimech .
«All’associazione dedichiamo il fine settimana e le ore serali ma con grande passione e con il supporto delle comunità scientifica e dei pazienti. La nostra organizzazione ha acquisito una rilevanza globale e ci siamo fatti conoscere prima negli Stati Uniti, in Canada e in India per poi approdare anche nelle realtà europee. Attualmente siamo diretti consulenti per diverse entità attive nelle neuroscienze quali start up per soluzioni digitali ma anche realtà accademiche quali il Brigham and Women Hospital dell’università di Harvard negli Stati Uniti».
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