LA REGINA DI BROADWAY

 

di Generoso D’Agnese

 

 


Patrizia Lupone è nata il 21 aprile 1949 a Northport, un villaggio poco distante da New York, ma nelle sue vene scorre sangue italiano, e più precisamente italico. Figlio di Felicia e Pasquale Petrella, l’attrice è infatti nata in una casa nella quale si respira aria peligna, una tra le più fiere popolazioni italiche, che alla grandezza di Roma regalarono gli imperatori della famiglia Flavia. Nati a Pratola Peligna, conca racchiusa tra asprie e bellissime vette dell’Appennino meridionale, i genitori di Patty hanno portato con se le loro storie personali, ma gli impegni e l’adattamento alla nuova vita americana hanno impedito loro di soffermarsi troppo su un passato fatto di disillusioni. Papà Pasquale e mamma Felicia parlavano tra loro italiano ma non sono riusciti a trattenere nella mente di Patty l’idioma natale; oggi l’attrice ricorda ancora varie parole ma non riesce a parlare nella lingua del Belpaese. Ma tutto questo non diminuisce il suo affetto per le proprie origini tricolori.

Cresciuta nella periferia di New York, Patrizia fin da piccola ha dimostrato il proprio talento nello spettacolo. A soli quattro anni ha esordito sul palcoscenico in qualità di tap dancer, dimostrando subito grande dimestichezza con la particolare e difficile tecnica di ballo. La sua innata predisposizione per la danza convinse i genitori a iscriverla alla scuola di Martha Graham, dove la ragazza perfezionò la propria tecnica. Crescendo tra i tutù immacolati e le scarpe dalla punta di gesso, Patty Lupone iniziò a sentire l’esigenza di allargare i propri confini artistici e si iscrisse alla Juilliard School di New York per imparare i primi rudimenti della recitazione. Completato il percorso accademico la giovane Patty non si è fermata ad attendere occasioni di lavoro. Avendo già avuto qualche esperienza professionale, la ragazza italoamericana sapeva bene quanto fosse difficile e ostico il mondo artistico: meglio con un proprio gruppo, per cercare applausi e scritture nei piccoli teatri. Fondatrice e membra del John Houseman’s The Acting Company, la Lupone si immerse subito nella carriera itinerante del teatro, recitando in numerosi ruoli ed esibendosi nei palcoscenici dell’On e dell’Off Broadway. Tra i suoi primissimi successi va segnalata l’opera di Dario Fo “Morte accidentale di un anarchico”, nel quale venne esaltata la sua grande vocazione drammatica. Altri memorabili spettacoli portati in tournee furono “The Water Engine” di David Mate, “The Woods” e “Stage Directions” di Israel Horovitz, ma sarà il 1976 a segnare la svolta nella carriera di Patty, con una nomination a migliore attrice esordiente nel musical “ The Robber Bridegroom”, per il Tony Award e il Drama Desk Award.

Nel 1979, l’attrice italoamericana, ormai affermata protagonista del palcoscenico, fu notata da Andrew Lloyd Weber. L’autore di “Evita” trovò nella giovane Patty la protagonista del suo famoso musical venendone ripagato con una professionalità superlativa. Per questo ruolo Patty LuPone fu insignita nel 1980 del Tony Award, il massimo tra i premi per il teatro americano e forse mondiale, nonché Drama Desk Award. Alla grande affermazione teatrale sembrò seguire anche il ruolo nella versione cinematografica, ma i sogni di arrivare al grande pubblico delle sale venne infranto da un Louise Madonna Ciccone, che riuscì a strappare il successo alla brava attrice pratolana. Per ironia della sorte, la star del gossip mondiale vanta un’ascendenza italiana che affonda le proprie radici a pochi chilometri dal paese avo di Lupone. Se infatti l’attrice di Northport ascoltava racconti della valle, nelle vene di Madonna scorre invece sangue di un paese (Pacentro) posto a pochi chilometri e sulle propaggini della Maiella. E da sempre i due centri dimostrano una naturale capacità di perpetuare una rocciosa rivalità, restia a ogni evoluzione epocale. Colpita nella sua scalata cinematografica, Patty LuPone non si è fermata a piangere sulle proprie disgrazie.
 
 
 
 

Dopo qualche mese il suo nome comparve di nuovo nelle locandine dei teatri americani, per iniziare una nuova cavalcata verso il successo recitativo. Nel 1988 Patty LuPone recitò con grande efficacia nella produzione di Reno Sweeney, “Anything Goes”, ottenendo un’altra nomination ai Tony in qualità di migliore attrice di musical. Seguirono altri successi quali “The Cradle Will Rock e “Oliver”, entrambi salutati con grande entusiasmo dal pubblico. Chiamata a Londra nel 1985, l’attrice italoamericana ha interpretato magnificamente il ruolo di Fantine nei Miserabili di Hugo con la Royal Shakespeare Company, tanto da meritarsi il premio Olivier quale miglior attrice di musical in Inghilterra. Rimasta nella City per riproporre con succeso lo spettacolo The Cradle Will Rock, Patty ha cercato di coniugare la propria carriera con l’amore e l’affetto materno.

Sposata con Matthew Johnston e mamma di Josh, l’italoamericana ha sempre cercato di mantenere un giusto equilibrio tra lavoro e famiglia, e ancora oggi vive facendo la spola tra la casa nel Connecticut e quella di Chelsea a New York. Il succeso di Londra e la deludente recitazione di Madonna nel film Evita hanno ripagarono comunque con gli interessi la miopia professionale dei produttori cinematografici, dimostrando definitivamente il talento di una professionista delle scene. Completa e versatile, Lupone ha stupito il pubblico anche con grandi interpretazioni musicali, con concerti al Teatro dell’Opera di Sydney, al Lincoln Center e alla Carnegie Hall negli Stati Uniti. Il cinema ha invece rappresentato sempre una via secondaria per il furore interpretativo della ragazza di origini pratolane. Ottima caratterista, è apparsi in svariati film, tra i quali “Heist” con Gene Hackman, “City By The Sea”, con Robert De Niro , “A spasso con Daisy”, "Witness". Anche la fiction inserisce spesso il volto inconfondibile di Patty tra le sue storie. “Sweeney Todd”, “Touched By An Angel,“Evening At The Pops” , “Falcone,” “Bonanno: A Godfather’s Story”,“Frasier” ( per il quale ebbe una nomination Emmy Award nel 1998 Emmy), "Law & Order”, "Her Last Chance," e "The Song Spinner" (altra nomination Emmy come migliore attrice), fanno da corollario a una carriera che ha colto un altro successo con il musical “Sunset Boulevard” (nomination 1994 per il premio Olivier) sui palcoscenici inglesi e il ruolo di Maria Callas nella produzione West End di “Master Class” a Broadway.

Il  grande riscontro professionale non ha cambiato il carattere solare di Patrizia Lupone. La protagonista di numerosi musical di successo ancora oggi risponde infatti direttamente alle lettere dei suoi fan sul sito personale, dimostrando una sensibilità particolare nei confronti dei suoi ammiratori. Tra tante soddisfazioni però resta il rammarico di non aver visitato il paese d’origine. Un rammarico che a Pratola Peligna, sede di un prestigioso “Premio Internazionale Emigrazione”, sperano si trasformi in desiderio, con la cittadinanza pronta ad accogliere con tutti gli onori una grande protagonista delle scene mondiali.

Commenti

Post più popolari