Stefano Faggioni: Il giovane poeta della musica sacra

Il giovane poeta della musica sacra 

 


di Generoso D’Agnese

 

 La sua opera “Vergine Madre” gli ha dato la grande soddisfazione di vincere il premio Lunezia nella categoria “Musicare i poeti” e lo ha fatto conoscere al grande pubblico. Ma quella intrapresa da Stefano Faggioni è una strada che da tanti anni lo vede impegnato nello studio della musica. Una piena di soddisfazioni che però lo ha portato lontano dalla sua terra natale. Nato a Popoli (Pescara) Stefano Faggioni ha conseguito il diploma tradizionale di Organo e Composizione Organistica al Conservatorio di Pescara e dopo l'ulteriore biennio di Specializzazione in Organo e i 3 anni di Clavicembalo (più di 15 anni di studio musicale e specialistico) sognava di iniziare la propria carriera professionale in Italia. «Nel 2009 ho vinto un concorso pubblico come organista titolare presso la Diocesi di Morges e sono stato assunto a tempo pieno. Questo mi ha consentito di realizzarmi come musicista e come uomo. In Svizzera ho proseguito gli studi di organo acquisendo la specializzazione ulteriore come organista sotto la direzione dell'organista titolare della famosa cattedrale di Losanna e ho conseguito anche l'abilitazione all'insegnamento ai licei acquisendo due ulteriori titoli: specializzazione nell'insegnamento specifico d'organo (HEMU Haute École Musique, 2 anni) e pedagogico (HEP Haute École Pédagogique 2 anni). Strano il destino. I miei nonni erano emigrati in Svizzera negli anni ‘60. Io, a distanza di 30 anni, ho ripercorso lo stesso identico cammino dei miei nonni. È come se il tempo non fosse passato. 

 


Mi sono ritrovato ancora nella stessa identica condizione di emigrato, ma l'accoglienza è stata positiva come lo è stata per i miei nonni». Stefano Faggioni ha abbracciato l'identità e la nazionalità svizzera ma non rinnega in alcun modo le proprie radici italiane e ricorda con piacere il primo impatto in terra elvetica. Oltre a essere compositore di musiche per film e cortometraggi, è anche un musicista italiano versatile e concertista internazionale classico. «Porto anche la musica e la cultura italiana nelle scuole svizzere. Sento tutto il dovere del mio compito di educatore, inserendo nel loro percorso di crescita la "Grande Bellezza" della cultura italiana. È una parte del mio impegno come educatore, come italiano e come cittadino del mondo. Noi italiani abbiamo una cultura magnifica, bisogna valorizzarla e farla conoscere e più mi impegno e più mi accorgo che è vasta, straordinaria e stupenda» Padre di una bambina e sposato con una svizzera, il musicista popolese divide equamente i suoi usi e costumi attingendo ad entrambi i paesi. «In casa con la bambina parliamo una lingua "mista" unica e originale, frasi che incominciano in francese e finiscono in italiano. Originale e meravigliosa. Con mia moglie svizzera, invece, parliamo, in francese. Cerchiamo di conservare con rispetto e discrezione la nostra italianità ma senza alcuna esibizione che potrebbe in qualche modo essere sconveniente». 

 


Nel corso della carriera, Stefano Faggioni, è stato insignito della Menzione di merito per la canzone al CET Scuola Autori di Mogol, ha conquistato il Primo premio del concorso Eduki organizzato sotto il patrocinio dell’Onu Ginevra in occasione dei 75 anni delle Nazioni Unite, e il Premio del concorso “BRUIT” organizzato da VISARTE-GENEVE. «Siamo unici al mondo per l'ampiezza del linguaggio musicale, personaggi ed interpreti di una cultura che ha arricchito ed elevato l'umanità. Anche nel campo religioso, dove continuo a esercitare il mio impegno d'organista, mi capita spesso di riprendere musiche sacre della tradizione italiana. Ovviamente, quando me lo chiedono, amici e conoscenti, faccio promozione del nostro Paese verso le nostre più belle località turistiche e quelle di interesse culturale». Il maestro italiano pensa che ognuno porta con sé esperienza, formazione e cultura, etica e moralità, professionalità e buon senso, integrazione e apertura mentale, rispetto per le persone e per le convinzioni di ognuno. 

 


« Se vuoi essere accolto bene devi dare il meglio di te, ovunque tu vada apri il tuo cuore e la tua testa, pur mantenendo le tue tradizioni e la tua italianità ma senza esibirle, saranno meglio capite, apprezzate e amate. E ovunque tu vada, quando poi chiuderai la porta, fai sempre in modo che rimanga lì dentro traccia del tuo profumo».

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